Brighton SEO 2019: il più importante evento sulla Search Engine Optimization

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Susanna Naldi
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Venerdì 12 aprile 2019 Brighton, una cittadina sul freddo mare inglese, è stata presa d’assalto da circa 4000 persone giunte per partecipare a BrightonSEO, il più importante evento sulla SEO a livello europeo. Io ero tra quelle 4000 persone e in questo articolo racconterò tutte le mie impressioni.

Parto subito dicendo che mi è piaciuto e che lo consiglio a chiunque lavori nel campo della SEO. Per circa 120 sterline hai la possibilità di accedere a quasi 100 speech dalla durata di circa 20 minuti l’uno. I temi riguardano ovviamente la SEO, spaziando da argomenti basici, fino a quelli più tecnici rivolti a specialisti. Ci sono stati poi alcuni interventi dedicati a PPC e Content Marketing. L’impressione generale che ho avuto è che tutti gli speaker abbiano dato consigli molto concreti e onesti, ammettendo eventuali errori e difficoltà e raccontando come hanno risolto o come hanno intenzione di muoversi per il futuro.

Queste sono le classiche situazioni in cui mi dispiace non avere il dono dell’ubiquità, perché per forza devi fare una bella scrematura dei talk a cui partecipare, dato che si sovrappongono tutti come tempistiche. Prima di partire mi ero studiata bene il programma e ho deciso che avrei partecipato a quelli un po’ più tecnici, di cui difficilmente avrei potuto decifrare i contenuti dalle slide.

Ecco di seguito delle slide dei talk a cui ho partecipato:

Velocità del sito

Questa tranche è tutta dedicata al miglioramento della velocità di caricamento dei siti, un mostro con cui dobbiamo combattere continuamente. Interessante il talk di Polly Pospelova che ha raccontato come ha raggiunto il punteggio 100% su Lighthouse. Il sito dell’agenzia dove lavora è passato, nel giro di pochi mesi, da un punteggio di 100% a 56%. Questo perché i parametri di valutazione delle performance cambiano in continuazione. Prendendo di petto la situazione, Polly ha deciso di organizzare un hackaton con il reparto DEV per riportare a casa quello che era suo: il 100 e ovviamente ci è riuscita. Ed su quali elementi si è concentrata:

  1. Implementazione dell’HTTP/2;

  2. Ottimizzazione delle immagini - vero tallone d’Achille di ogni sito - adottando dei formati di nuova generazione come WebP invece di .png o .jpeg (facendo però attenzione alla compatibilità aggiungo io)

  3. Formato delle immagini adattivo: in pratica la dimensione dell’immagine si adatta allo schermo dell’utente

  4. Lazy loading

  5. Caricare solo quello che serve, tramite una suddivisione in blocchi del css e del js

  6. Modern js

Tutte le fasi di questo processo di miglioramento, ovviamente, hanno richiesto il prezioso supporto dei DEV. Perché è scontato, ma vale la pena ripeterlo: non si fa SEO senza il reparto Web Developing.

Tutti questi accorgimenti, oltre ad assicurare il 100% come punteggio, hanno anche aiutato a migliorare il posizionamento di alcune kw di settore.

Crawl Management

Tra questi il talk che mi è piaciuto di più è stato quello di Areej AbuAli che, in maniera molto franca e onesta, ha raccontato le sue difficoltà e gli errori commessi nella gestione SEO di un sito Web che aveva grossi problemi di indicizzazione.

Prima di fare tante elucubrazioni sul perché un sito non performa bene, è importante verificare se GoogleBot riesce a farne il crawling. Sappiamo bene che Big G non ha risorse illimitate e i siti internet attualmente in circolazione si stimano in più di 1 miliardo. Specialmente nel caso di siti con un grande numero di pagine, dobbiamo decidere con molta oculatezza cosa mostrare a GoogleBot.

Al netto degli spunti interessanti dati, questo talk mi è piaciuto perché la relatrice non ha avuto paura di ammettere di aver sbagliato le sue valutazioni, di essersi corretta strada facendo, di averci sbattuto di nuovo la testa e poi aver trovato la via. Ha ribadito che quello del SEO Specialist è un continuo work in progress, fatto di esperimenti e di test che a volte non si sa bene dove ti porteranno, ma che sono l’unico modo per progredire.

Tech SEO

Questo panel mi ha messo abbastanza alla prova e ho già cominciato a rileggere le slide, perché durante il talk le nozioni fioccavano in continuazione. Nel suo talk Mike Osolinski ha snocciolato tante command line per automatizzare task ripetitive, ad esempio unire o rinominare più file, lanciare report con Lighthouse oppure estrarre informazioni dai log del server.

Tom Pool invece ci ha introdotti all’Headless Chrome utile per:

  • Fare scraping dei siti

  • Creare screenshot

  • Automatizzare i controlli delle pagine

  • Emulare il comportamento degli utenti

  • e, se usato in combo con Chrome Puppeteer, anche per emulare GoogleBot

SEO Automation

Anche questo gruppo di talk era tutto focalizzato su come risparmiare tempo durante l’estrapolazione di dati e su come “piegare” strumenti come Screaming Frog per ottenere dei dati approfonditi relativamente ad un sito.

BrightonSEO si è concluso con il Q&A di John Mueller che si è prestato a rispondere alle tante domande (ecco il video). Inutile sottolineare la sua abilità nello sviare quelle più scomode. Dopo aver descritto il suo ruolo a Google e dirsi meravigliato del successo che la sua rubrica di risposte sta continuando ad avere, la moderatrice ha incalzato John con alcune domande relative al tag rel=next/prev che, notizia recente, Google non considera più. Mueller ha ammesso che nemmeno loro si erano accorti di questa cosa, fino a che un utente non ha espressamente richiesto delle informazioni in merito.

L’altro tema scottante riguardava il problema del de-indexing che si è verificato nei primi giorni di Aprile. Praticamente diversi siti sono completamente scomparsi dalla SERP, senza una spiegazione. All’ipotesi della moderatrice che questo problema fosse frutto di un update infelice dell’algoritmo, prontamente annullato prima che il danno fosse più grande; John ha glissato, senza smentire né confermare. Simpatico avere la conferma che anche a Google fanno delle cappellate!

Penso che faccia sempre bene partecipare ad eventi di questo tipo, oltre che per formazione personale, anche per altri 2 semplici motivi:

1 - fare network: a BrightonSEO la maggior parte dei partecipanti è inglese e non è proprio scontato che si lascino coinvolgere in una chiacchierata - a meno che non siano un po’ più sciolti grazie alla birra :D - ma ho comunque avuto modo di parlare con un po’ di persone.

2 - staccare la testa dal computer: la quotidianità del lavoro spesso ti sommerge fino quasi a soffocarti. Avere un pretesto per tirare fuori il capo e vedere quello che succede nel Mondo è un toccasana che ti fa tornare a casa rigenerato e con qualche stimolo in più!

Quindi arrivederci BrightonSEO, alla prossima!

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Susanna Naldi

Seo Specialist

Premetto che le biografie non sono il mio forte e che ammiro chi, in poche decine di parole, riesce a dare una descrizione di sé arguta e a farti pensare "Cavolo, vorrei saper scrivere così anch'io!". Sono un po' timida e vado d'accordo con ...

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