Moda intelligente, meno artificiale, più sostenibile!
In Europa, ogni anno, si generano enormi quantità di rifiuti tessili, ammontando a 12,6 milioni di tonnellate. Questa cifra include indumenti quali maglioni, camicie, jeans e giacche, ma anche accessori come cinture, scarpe e borse. La colpa sembrerebbe essere dei ritmi della fast-fashion, che ha abbandonato le tradizionali stagioni autunno/inverno e primavera/estate, producendo invece fino a 50 micro-collezioni all'anno. Il risultato? Consumatori iper stimolati all'acquisto.
E il riciclo? Attualmente, solo il 22% dei rifiuti tessili nell'Unione Europea viene raccolto separatamente per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto viene incenerito o finisce in discarica, spesso in altre parti del mondo. Un bel problema su cui stanno intervenendo industry e istituzioni.
Normative UE per la lotta agli sprechi nella moda
Lo scorso 5 luglio 2023, l'Unione Europea ha pubblicato i suoi piani per la revisione della direttiva sui rifiuti, lavorando su una proposta chiamata Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per affrontare il problema dei rifiuti tessili. Secondo tale proposta, i produttori dovranno coprire i costi della gestione dei rifiuti tessili e saranno incentivati a ridurre gli sprechi, al fine di promuovere prodotti di migliore qualità e riciclabili. Più durevoli e privi di sostanze nocive.
Ciascun paese europeo ha attualmente leggi differenti sulla gestione dei rifiuti tessili, quindi è prevista un'armonizzazione da raggiungere entro il 2025, anno in cui tutti gli stati membri dovranno adottare un sistema di raccolta separata dei rifiuti tessili.
Generative (in) AI(UTO): partiamo dall'esperienza utente
L'Intelligenza Artificiale ha contribuito a migliorare il processo produttivo di molti settori industriali, senza contare l'impatto che ha avuto sulla vita professionale e quotidiana delle persone. Anche nel mondo della moda sono state introdotte nuove tecnologie basate sulle Generative AI, accelerando così lo sviluppo di soluzioni mirate a rendere l'esperienza utente più inclusiva e, di conseguenza, lo sviluppo di un prodotto finale più sostenibile.
Di cosa parliamo? La Generative AI è davvero in grado di generare contenuti inediti partendo da input specifici e le sue potenziali applicazioni nel settore della moda possono essere altrettanto molteplici e rivoluzionarie. Alcuni esempi:
- elaborazione di descrizioni prodotti sugli e-commerce;
- supporto nella creazione di modelli basati sui dati dei clienti;
- assistenza ai fashion designer nella creazione di moodboard e nella scelta dei colori.
Ma qual è l'impatto innovativo sul consumatore?
Un camerino virtuale d'avanguardia
Oltre a selezionare brand (realmente) sostenibili e utilizzare imballaggi ecologici, gli store online stanno introducendo anche un plus che farà la differenza: la prova virtuale per l'abbigliamento (qui un esempio creato da Google).
Attraverso la Generative AI vengono infatti prodotte immagini realistiche di alta qualità, creando da zero ogni pixel di un indumento. Sarà dunque possibile vivere l’esperienza di indossare gli abiti come se si fosse in un camerino, grazie alla presenza di modelli molto simili alle nostre misure e caratteristiche.
È in questo risultato che marketing, inclusività e moda si incontrano per ridurre gli sprechi che possono banalmente derivare dall’errato acquisto di un capo della taglia sbagliata, o della cattiva valutazione del tessuto di un indumento.
L'AI ha però anche un impatto divertente sul settore fashion e quando Midjourney incontra la mente brillante degli utenti, l'output è sicuramente esilarante. In una sola parola: meme.
Midjourney goes wild
Se da una parte la Generative AI può rappresentare uno strumento utile, dall’altra è anche utilizzata come ottima base per meme. Non solo dunque con piattaforme come Midjourney è possibile creare capi verosimili da indossare virtualmente e per riconoscerne la qualità, dall’altra è altrettanto possibile far indossare al Papa in persona un cappotto Monclear. O trasformare Hogwarts in una scuola di moda firmata Balenciaga. Decisamente #feels.
L'utilizzo dell'AI garantirà la trasparenza e l'etica nella sua implementazione?
Torniamo seri.
Recap: l'AI è senza dubbio una tecnologia innovativa che sta rivoluzionando la vita di chiunque ne faccia uso, permettendo un accesso più veloce e vasto a informazioni e soluzioni tecnologiche. Ciò può giovare anche alla riduzione degli effetti della fast-fashion e supportare iniziative più sostenibili. La Generative AI potrebbe davvero favorire un uso più efficiente delle risorse e ridurre il ricorso a materiali nuovi e inquinanti, contribuendo significativamente anche ai profitti delle aziende del settore.
Il reale contributo che però potrebbe davvero apportare al settore è, come abbiamo già anticipato, legato all’inclusività. La possibilità di non porre limiti alla creazione di nuovi modelli con le nuove tecnologie a disposizione e la risposta al bisogno degli utenti di essere adeguatamente rappresentati, ha prodotto davvero risultati incredibili in questi termini.
Tutto questo è un esempio chiaro di come intelligenza artificiale e sensibilità umana si incontrino per realizzare qualcosa di davvero impattante sulla vita delle persone e sul destino delle fashion industry, favorendo la produzione e la diffusione di capi più sostenibili ma anche di consapevolezze legate alla body awareness.
E il ruolo dei social network? Decisamente primario!
Grazie a tant* eco-influencer e tantissim content creator che lottanto contro il #greenwashing, favorendo brand più sostenibili, la portata di diffusione di alcuni messaggi è decisamente più vasta. E non parliamo solo di contenuti sponsorizzati e collaborazioni ad hoc, ma di vero e proprio attivismo autentico (qui qualche esempio) da parte della GEN-Z, che sono spesso il vero target di consumatori.