La ricerca dell’armonia nella creazione di un logo: cosa raccontano gli spazi

Parole
Giulia Righetti
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Corinna Stacchini
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4

La creazione di un logo è il perfetto punto d’incontro tra creatività e logica matematica: approfondiamo la progettazione

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Tutto parte dall’idea

Come ogni cosa che sia interessante approfondire, anche la creazione di un logo parte da un’idea. Un’idea, però, tutt’altro che labile: un’idea definita, chiara e non soggetta a discussioni. Questo perché, come abbiamo accennato, tutto nasce dalla brand identity: il logo è massima espressione e sunto di come il brand vuole presentarsi, di ciò che vuole comunicare di sé al suo target. L’identità del brand non è mutevole, è una e ben definita. Lo stesso deve valere per il suo logo.
La cristallizzazione dell’idea nel logo è quella che possiamo chiamare la sua trasformazione in “regola matematica”. Non si deve pensare, però, che questo annienti la componente creativa: un logo altro non è che un simbolo, un gioco di richiami e suggestioni che deve configurarsi in un linguaggio universale poiché immediatamente comprensibile da tutti in tutto il mondo.
Senza creatività, non c’è speranza di trasformare l’idea in una regola per la comunicazione di brand.

La progettazione di un logo

Sembra incredibilmente astratto trasformare un’idea in un simbolo, in una regola di comunicazione. In realtà, niente di più concreto: è la fase di progettazione di un logo. Questa fase è contraddistinta dalla ricerca dell’armonia, intesa come studio e applicazione delle corrette proporzioni: ecco perché si parla di “logica matematica”. In questo senso, tutti i loghi sono geometrici.
Il primo passo è l’identificazione di un’unità di misura a partire da un dettaglio del logo. Quale dettaglio? Quello che si vuole far “comandare”. La risposta a questa domanda si trova nel marchio stesso: che messaggio deve trasmettere? Cosa vuole comunicare?
In base a questo, si identifica quell’unità di misura che guiderà poi tutte le scelte relative a spazi e proporzioni, sia all’interno del logo che intorno a esso quando si configura la sua compresenza con altri elementi.

Logo-misura

Quando un logo raggiunge l’armonia

Per quanto filosofico e affascinante sia il concetto di ricerca dell’armonia in un logo, questo deve trovare una traduzione concreta, applicabile come criterio al lavoro svolto dal designer.
Un logo è armonico quando gli spazi sono giusti.”
Ok, ma cosa vuol dire?
Possiamo semplificare dicendo che un logo ha raggiunto i suoi obiettivi di progettazione quando:

    • È leggibile. Le persone non devono faticare per “interpretarlo”, la fruibilità è irrinunciabile.
    • È riconoscibile. In ogni contesto, il logo non deve confondersi con una scritta qualunque e deve essere immediatamente associabile al brand. Per questo, i designer spesso ricostruiscono almeno in parte il font utilizzato, così da renderlo unico.
  • È coerente in ogni versione e destinazione. Il logo, infatti, deve potersi adattare senza perdere la sua identità.

Quest’ultimo punto apre due ulteriori riflessioni: quando parliamo di “versioni” di un logo facciamo riferimento non solo ad adattamenti cromatici (il logo è colorato? può stare nero su bianco e bianco su nero?) ma anche a variazioni come lo short logo. Uno short logo è ovviamente diverso dalla sua versione “estesa”, ma è costruito sulla base della stessa regola individuata all’inizio della progettazione e deve rimanere immediatamente identificabile.

Quando invece parliamo di “destinazioni” è importante ricordare che siamo nel 2023: non possiamo pensare solo alla stampa. Il logo deve quindi essere dinamico nella sua capacità di adattarsi coerentemente a supporti diversi tra loro.

logo-short

La percezione di un logo

Abbiamo parlato di matematica, regole e criteri, ma non dimentichiamoci che quella che stiamo approfondendo è una fondamentale attività di brand identity: un’attività di comunicazione.
Il compito del logo è e rimane quello di comunicare.
Per poter dire di aver “centrato l’obiettivo”, bisogna quindi fare un passo nel campo della psicologia: come percepiscono le persone il tuo logo? Cosa ci leggono?

Per questo, nella nostra digital company non saltiamo mai la fase di test: il confronto è vitale perché il designer che ha creato il logo parte dalla consapevolezza di ciò che vuole raccontare. Bisogna verificare che anche chi non sa nulla del brand e dei suoi obiettivi, scorga nel logo il messaggio giusto.

Fondamentale è quindi avere le idee chiare in partenza: tu hai chiaro cosa il logo del tuo brand deve essere in grado di trasmettere?

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Giulia Righetti

Creative Supervisor

Il primo aggettivo che mi viene in mente se penso a me stessa è “entusiasta”. Vengo quotidianamente travolta dalla meraviglia di ogni piccola novità e passo la mia vita su delle imprevedibili montagne russe emotive. Spesso è ...