La ricerca vocale è uno degli argomenti del momento per chi si occupa di ottimizzazione per i motori di ricerca. Non si tratta solo di una novità tecnologica ma dell’affermarsi di un nuovo paradigma di interazione uomo-macchina in cui l’interfaccia è rappresentata dal linguaggio stesso. E chi si occupa di SEO deve adattarsi a questo cambiamento.
“Ok Google, quali sono le statistiche sulla ricerca vocale?”.
I dati ci dicono che l’uso della ricerca vocale è molto diffuso. Già nel 2016 Google riportava che il 20% delle ricerche sulla propria app erano ricerche vocali. Questo numero oggi non può che essere aumentato, perlomeno in termini assoluti. Si calcola che gli assistenti vocali siano presenti su 4,6 miliardi di dispositivi e si prevede che nel 2024 questo numero raddoppi. In giro per il mondo ci sono miliardi di telefoni, tablet, smart speaker, automobili connessi in rete e capaci di rispondere a domande di ogni tipo, dal sapere che tempo farà domani a Vimercate al rispondere a domande da Trivial Pursuit.
La soddisfazione dei bisogni informativi è solo una delle ragioni per cui ci rivolgiamo agli assistenti vocali. Una parte ancora poco diffusa ma che acquisterà sicuramente rilevanza è quella degli acquisti. Secondo un sondaggio condotto da Microsoft nel 2019, il 35% delle persone che ha usato un assistente vocale ha anche effettuato almeno un acquisto e si è pure divertito nel farlo.
Insomma, avere un sito ottimizzato per le ricerche vocali può avere un ritorno economico notevole, soprattutto adesso che i competitor sono relativamente pochi.
“Ok Google, ma cosa intendiamo per ricerca vocale”?
Secondo l’assistente vocale del mio telefono, che cita il sito sitebysite.it, “La voice search, o ricerca vocale, è una modalità di ricerca che permette agli utenti di utilizzare comandi vocali per ottenere informazioni online attraverso il riconoscimento vocale e gli assistenti virtuali”.
Se cito questa definizione non è perché sia la migliore, ma perché è quella che secondo l’assistente vocale di Google risponde alla domanda che ho fatto (Ok, Google, cos’è la voice search?).
Questo non significa soltanto che il sito contiene l’informazione che risponde alla mia domanda, ma significa anche che il sito è facilmente leggibile e interpretabile dall’assistente vocale di Google. In sostanza, è stato ottimizzato per poter essere preso in considerazione come risposta ideale a certe domande della ricerca vocale (e non a caso è il sito di un’agenzia che si occupa di digital marketing). Insomma, bravi.
La voice search cambia le carte in tavola a chi si occupa di SEO, o, meglio, aggiunge nuove carte al mazzo con cui gioca abitualmente. Non a caso si sta iniziando a parlare della nascita di una nuova disciplina complementare alla SEO classica, che raccoglie tutte le best practice e le tecniche per ottimizzare i siti e renderli compatibili con la ricerca vocale.
Le ricerche vocali: conversazione, informazione, navigazione
La voice search non è infatti un semplice vezzo tecnologico, ma si inserisce in un contesto in cui a cambiare è proprio l’interfaccia che usiamo per interagire con i computer. In questo caso l’interfaccia è la voce, o meglio il linguaggio, un’interfaccia che usiamo da sempre per comunicare tra noi esseri umani. Per questo parliamo di interfacce vocali (le quali, a loro volta, sono un tipo di interfaccia conversazionale, di cui fanno parte anche i chatbot).
Ora, parlare e scrivere sono due cose diverse. Non scriviamo come parliamo e non parliamo come scriviamo e questo ha un’influenza enorme sul modo in cui lavoriamo all’ottimizzazione per le ricerche vocali perché le query cambiano sotto 3 aspetti:
- le query diventano conversazionali quindi acquistano rilevanza query molto lunghe
- i siti che rispondono a domande puntuali sono privilegiati perché aumentano le query informazionali
- la SEO locale acquista importanza grazie al crescere delle query di navigazione
Più query conversazionali
In primo luogo le query di ricerca diventano più conversazionali. Se nella ricerca scritta usavamo query abbreviate come
hotel roma stazione
con la ricerca vocale è più probabile che usiamo una query del tipo
qual è un hotel a Roma vicino alla stazione?
Questo ha un riflesso nel modo in cui chi si occupa di SEO conduce la ricerca keyword. Con la ricerca vocale acquistano senso le keyword molto lunghe, che pertanto diventano delle candidate ideali per ottimizzare le nostre ricerche vocali, in quanto il sistema è in grado di rispondere alla domanda. La ricerca vocale è il dominio incontrastato delle keyword a coda lunga.
Più query informative
E questo ci porta al secondo aspetto. Dal punto di vista della pragmatica del linguaggio, cioè del modo in cui usiamo la lingua per fare cose con le parole, l’interazione con gli assistenti vocali è molto interessante. Interagiamo con gli assistenti vocali per dargli ordini (Ok Google, portami al benzinaio più vicino) oppure per fargli domande (Ok Google, cosa posso regalare a mia mamma per Natale?).
Proprio questo è il punto che ci interessa: la maggior parte delle query della ricerca vocale è sotto forma di domanda. Non una domanda aperta, ma una domanda chiusa, che esige una risposta puntuale. Una di quella domande che comincia con cosa, come, quando, dove, quale.
Come sapete, da qualche anno i motori di ricerca, e in particolare Google, hanno iniziato a rispondere direttamente alle domande puntuali fatte dagli utenti. Per alcuni risultati Google mette in evidenza dei risultati che secondo lui rispondono bene alla domanda, e lo fa tramite la creazione dei rich text snippet, quei risultati che appaiono nella cosiddetta posizione 0.
Questo passaggio permette di alleggerire il lavoro cognitivo dell’utente a cui viene risparmiata la fatica di scegliere un sito tra i risultati di ricerca e trovare la risposta che cerca all’interno della pagina.
Oggi con la ricerca vocale questo meccanismo di interazione è stato portato alle sue estreme conseguenze. L’assistente vocale legge direttamente i risultati messi in evidenza dal motore di ricerca per cui la risposta che riesce a ottenere la posizione 0 è anche quella che molto probabilmente sarà letta dall’assistente vocale.
Cosa implica tutto questo? Diverse cose:
- in primo luogo i siti che rispondono direttamente a una domanda puntuale sono avvantaggiati
- in secondo luogo, che lavorare sui risultati in posizione 0 ripaga
Nella ricerca vocale non esistono siti in seconda, terza, quarta posizione. Esistono siti che sono letti dall’assistente vocale in risposta a determinate domande e siti che invece non lo sono.
Attenzione, questo non significa che da ora in poi si faranno siti tipo FAQ, anzi. Significa solo che bisognerà tenere presenti sia le esigenze di chi ha bisogno di risposte puntuali e precise e usa la ricerca vocale, sia di chi ha bisogno di approfondire e usa la ricerca tradizionale. Quindi si faranno pagine tipo FAQ, ma anche pagine più approfondite.
Bisogna abituarsi a pensare l’interfaccia web come solo una delle possibile interfacce attraverso cui si può usare internet. In un contesto in cui vengono a mancare gli schermi, quello a cui siamo stati abituati fino a ora - dobbiamo abituarci a pensare il contenuto indipendentemente dall’interfaccia su cui sarà presentato. Quindi non più pagine o schermate, ma brani di contenuto distribuibili tanto attraverso interfacce vocali che attraverso schermi. E parlando di strutturare il contenuto arriviamo al terzo punto.
Più query di navigazione
Nelle ricerche vocali cambia anche il contesto di utilizzo. Spesso usiamo la ricerca vocale perché possiamo farla senza usare le mani, ad esempio se stiamo guidando o stiamo andando in bicicletta.
Questo tipo di ricerche sono spesso navigazionali: “Ok Google, qual è la farmacia aperta adesso più vicina?”. Per rispondere a query di questo tipo i motori di ricerca mettono insieme dati di vario tipo e tengono conto anche del mio contesto: la mia posizione in quel momento, il traffico, etc.
Ora, questo implica che ottimizzare la SEO local diventa molto importante. Immaginate il momento in cui posso ordinare e pagare una pizza alla pizzeria più vicina semplicemente comandandolo all’assistente vocale di Google mentre sto tornando dal lavoro in bicicletta.
Da qui l’importanza di lavorare di utilizzare metadati per descrivere i contenuti in modo da fornire informazioni contestuali alle macchine e permettere loro di restituirceli quando facciamo una ricerca vocale. In questo ci aiutano i dati strutturati di schema.org, e in particolare il tipo speakable che specifica alle macchine che quel particolare pezzo di contenuto è ottimizzato proprio per le interfacce vocali.
Come abbiamo lavorato per la voice search qui a Lotrèk
A noi di Lotrek le novità non sfuggono e anzi, appena ne sentiamo notizia iniziamo a sperimentare.
L’ottimizzazione per ricerca vocale è stata utilizzata su diversi progetti, ma su due in particolare ha dato ottimi risultati.
Il primo sito su cui abbiamo lavorato è Marbec, un e-commerce di prodotti professionali per la pulizia della casa.
Il sito si è posizionato su diverse keyword in posizione 0, ma quelle che hanno dato i risultati migliori sono:
prodotti per lucidare il marmo
come togliere la cera dai pavimenti
Quando viene la stagione delle grandi pulizie (primavera-estate) il fatto di essere in posizione 0 porta tanti vantaggi in termini di visibilità. Quindi, la prossima volta che dovete dare la cera chiederete all’assistente vocale Ok Google, come togliere la cera dai pavimenti? l’assistente vocale di Google troverà la risposta sul sito Marbec:
Poi c’è il sito Arysol, un farmaco che aiuta a ridurre i sintomi della congestione nasale.
In questo caso una keyword particolarmente interessante per la ricerca vocale è
bambini con tosse e raffreddore possono uscire
anche in questo caso abbiamo ottenuto la posizione 0 per la pagina che risponde meglio a questa query e, come possiamo vedere dal grafico delle visualizzazioni di pagina il traffico è notevolmente aumentato. E anche in questo caso la risposta dell’assistente vocale restituisce i contenuti in posizione 0 come potete ascoltare premendo il tasto play:
Verso la VEO: Voice Engine Optimization
Come abbiamo visto da questa veloce panoramica, la ricerca vocale probabilmente resterà a lungo perché è una conseguenza di evoluzioni che avvengono a monte e riguardano il modo in cui interagiamo con le macchine. Questo porterà probabilmente chi si occupa di SEO a specializzarsi sempre più nell’ottimizzazione per ricerche vocali tanto che si parla già della nascita di una nuova disciplina che ha alla base i principi della SEO classica ma che riguarda il modo in cui ricerchiamo informazioni con la voce: la Voice Engine Optimization.